Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

 
 
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Ultimo Aggiornamento: 02/01/2015 22:08
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21/07/2014 17:37



Capitolo Diciannove: tempo di pace

NB: questo capitolo è un WORK IN PROGRESS



La colonizzazione del Kalimdor
Dopo aver abbandonato le terre degli uomini ed aver contribuito a respingere l'invasione demoniaca, il warchief Thrall volle stabilire il proprio popolo nel Kalimdor in una terra arida che battezzò Durotar in onore di suo padre Durotan, dove fondò la città di Orgirmmar chiamata così in onore del suo mentore e precedente warchief Orgrim Doomhammer. I troll della tribù Darkspear, guidati dal loro nuovo leader Vol'jin, si stabilirono in un complesso di isole poco più a sud di Orgrimmar chiamate Echo Isles mentre i tauren tornarono nelle lande ancestrali di Mulgore fondandovi la città di Thunder Bluff.
Più a sud, nella regione del Dustwallow Marsh, Lady Jaina Proudmoore rispettò la tradizione marittima della propria dinastia fondando la città portuale di Theramore coi i reduci di Kul Tiras che l'avevano seguita dall'altra parte del mondo. Dopo aver imparato a fidarsi l'uno dell'altra durante la Third War, Thrall e Jaina si accordarono per una convivenza pacifica tra gli orchi e gli umani nel Kalimdor sebbene non firmarono un vero e proprio trattato di pace (principlamente perchè un eventuale trattato ufficiale con i nemici orchi avrebbe bollato Jaina come una traditrice dell'Alliance), ma non tutti i loro sudditi condivisero il loro pacifismo. Anche gli orchi meno tolleranti, però, furono consapevoli che l'Alliance avrebbe senz'altro voluto tenerli d'occhio ed era certamente preferibile che a farlo fosse la benevolente Jaina piuttosto che altri, quindi anche se malvolentieri accettarono la vicinanza della città umana.
Il mezz'orco-mezz'ogre Rexxar, che conduceva una vita isolata da quando rinnegò i metodi di Grom Hellscream, si imbattè un giorno in un messaggero orchesco sotto attacco da parte di alcuni Qiilboar: pur scacciando gli aggressori Rexxar non riuscì a salvarlo e volle rendergli onore recapitando il messaggio al posto suo. Ad Orgimmar, con l'aiuto del troll Rokhan il mezz'orco Rexxar si rese utile svilgendo numerosi compiti e durante uno di questi incontrò ed aiutò il pandaren brewmaster Chen Stormstout che ricambiò il favore seguendo Rexxar nei suoi viaggi.
???WORK IN PROGRESS???

La scissione dei paladini
Alexandros e la sua spada Ashbringer erano divenuti delle leggende e dei simboli di speranza: un qualcosa che alle forze del Male non piaceva affatto. Il nathrezim Balnazzar, che aveva tenuto un basso profilo da quando aveva finto la propria morte sotto gli occhi di Sylvanas, decise di tornare in azione e corrompere l'ordine dei Knights of the Silver Hand agendo dal suo interno, e così attirò in una trappola un gruppo di paladini guidato dal comandante supremo e uno dei fondatori dell'ordine, il Grand Crusader Saidan Dathrohan: dopo averlo separato dagli altri, il demone lo uccise e prese possesso del suo corpo sostituendosi segretamente a lui.
Sotto le mentite spoglie di Dathrohan il demone Balnazzar si accorrdò con lich Kel'Thuzad per eliminare Alexandros: egli corruppe l'animo del suo figlio maggiore, Renault Mograine, per attirare il padre in trappola.
Approfittando della distrazione degli altri membri dell'ordine (occupati nella preparazione alla guerra contro la città di Lordaeron occupata dai non-morti, alla conquista e ristrutturazione dell'abbandonato Scarlet Monastery, a al reclutamento tra le proprie fila dei sacerdoti di Tyr's Hand) il demone usò Renault per attirare il padre nella città di Stratholme dove venne circondato da un esercito di non-morti ed infine tradito dal figlio Renault, che lo uccise usando la sua stessa spada Ashbringer.
In seguito alla morte di Alexandros i diffusi sospetti circa il coinvolgimento di Dathrohan e Renault portarono alla scissione della Silver Hand, la cui tenuta era già stata messa a dura prova dal crescente razzismo e fanatismo che si stava diffondendo nell'ordine, dalla morte di molti dei suoi fondatori e dal tradimento di Arthas: Dathrohan creò un nuovo ordine di estremisti religiosi chiamato Scarlet Crusade con lo Scarlet Monastery come quartier generale, mentre i paladini più tolleranti si radunarono nell'ordine dell'Argent Dawn. L'Argent Dawn scelse come proprio quartier generale la piccola ed isolata cappella Light's Hope, costruendo sotto di essa un'imponente rete di catacombe in cui segretamente vi trasferirono le spoglie dei paladini caduti, affinchè essi non potessero venir trovati e rianimati dai negromanti nemici.

Assalto a Naxxramas
In seguito alla morte di Alexandros la sua leggendaria spada sacra Ashbringer venne corrotta dalla malvagità dell'assassinio che l'aveva vista protagonista e divenne una lama maledetta conosciuta col nome di Corrupted Ashbringer. A questa spada malevola il lich Kkel'Thuzad legò l'anima di Alexandros e, nella ziggurat volante Naxxramas, riportòin vita il cadavere del paladino sotto forma di un death knight, che venne nominato membro dei temibili Four Horsemen.
Dairon, convinto che il padre potesse essere ancora vivo e prigioniero a Naxxramas, guidò una spedizione dell'Argent Dawn all'interno della fortezza volante ma ormai il corpo di suo padre era sotto il completo controllo del Lich King ed egli dovette combatterlo. I paladini vennero sconfitti uno dopo l'altro dai Four Horsemen e Dairon, dopo aver abbattuto Alexandros e strappatagli di mano la Corrupted Ashbringer, si diede alla fuga. Attraverso la spada le parole dello spirito del padre lo condussero fuori dalla fortezza e lo spronarono a raggiungere il fratello: di fronte a Renault il fantasma di Alexandros, corrotto dalla malvagità della magia del Lich King, si materializzò dalla spada e si vendicò decapitando il suo assassino.
Ascoltando le preghiere di Dairon che voleva salvare l'anima corrotta del padre la Luce concesse al paladino una visione: egli doveva trovare e chiedere aiuto al leggendario Tirion Fordring. Il paladino in esilio si rivelò inizialmente diffidante e poco collaborativo, ma alla fine gli disse che solo un atto d'amore più grande della malvagità che aveva corrotto la spada poteva salvare l'anima di Alexandros e, nonostante l'insistenza di Dairon, non volle ancora abbandonare l'isolamento ed unirsi all'Argent Dawn.

Indietro nel tempo
Cercando di liberasi dalle prigioni sotterranee tre Old Gods (C'Thun, Yogg-Saron e N'Zoth) invasero il reame di Nozdormu nel tentativo di modificare la Storia ed impedire che i Titan ve li rinchiudessero, ma l'Aspect riuscì a impedirglielo finendo però intrappolato tra le pieghe del tempo. Ma gli Old God avevano un piano di riserva: crere una frattura nello spazio-tempo che spedisse degli individui indietro nel tempo fino ad un momento della Staria estremamente delicato, quella War of the Ancients che per poco non finì con la venuta di Sargeras e la vittoria della Burning Legion, sperando che un intervento esterno potesse alterare la linea temporale generando uno scenario più favorevole dell'attuale.
A fornire agli Old Gods parte di questi elementi d'interferenza fu lo stesso Nozdormu che, impossibilitato ad intervenire personalmente in quanto ogni fibra del suo essere era impegnata a non far collassare il tempo su se stesso, riuscì a contattare brevemente un vecchio alleato: il mago Krasus. Costui, pur non comprendendo la situazione, decise di investigare sull'anomalia spazio-temporale apertasi sul Kalimdor facendosi accompagnare dal suo amico e discepolo Rhonin (che in seguito alla Third War si era ritirato a vita privata assieme alla moglie Veeresa). Più o meno contemporaneamente lo sciamano Kalthar riferì a Thrall d'aver avvertito una grande anomalia magica sulle Stonetalon Mountains ed il Warchief inviò l'orco Broxigar (o semplicemente Brox), eroe e reduce delle tre guerre, ad indagare sul fenomeno.
Quando i due gruppi giunsero sulle montagne interessate dal fenomeno vennero risucchiati dall'anomalia: nel vortice spazio-temporale Kraus riuscì a scorgere l'Aspect del tempo Nozdormu intento a trattenere col suo stesso corpo le linee temporali affinchè non si spezzassero, salvatore ed al tempo stesso prigioniero del tempo stesso.
La frattura nello spazio-tempo trasportò l'orco, l'umano ed il drago rosso nel più remoto passato di Azeroth, ai giorni della prima invasione della Burning Legion e del Sundering avvenuta circa 10.000 anni prima (consultare il Capitolo Quattro per il resoconto degli eventi della War of the Ancients).
Krasus, Rhonin e Brox aiutarono i night-elf a fronteggiare l'invasione della Burning Legion e sventarono i piani di fuga degli Old Gods, liberando Nozdormu e tornando al presente. Nozdormu permise a Rhonin di tornare in tempo per assistere alla nascita dei suoi gemelli, mentre Krasus si recò ad Orgrimmar e consegnò a Thrall l'arma del defunto Brox assicurandosi che il suo eroismo non finisse dimenticato.

Sotto questo punto è tutto un
WORK IN PROGRESS!!!


L'Orda moderna
Odiati dai loro vicini umani tanto quanto i normali non-morti i Forsaken furono costretti a forgiare alleanze che gli garantissero protezione ed inviarono emissari presso varie civiltà: a mostrare benevolenza nei loro confronti furono soprattutto i tauren, che sostennero la loro candidatura come membri dell'Horde. Dopo non poca insistenza il Warchief Thrall accettò quest'alleanza di reciproca convenienza, procurando così alla propria fazione una roccaforte negli Eastern Kingdoms strategicamente molto importante.
I troll della tribù Darkspear dovettero abbandonare la loro casa nelle Echo Isles e stabilirsi a Orgrimmar a causa del tradimento di uno dei loro sciamani, Zalazane, che attaccò il suo stesso popolo con le arti oscure della negromanzia.
Dopo la sconfitta all'Icecrown Glacier alcuni Blood Elf non tornarono assieme al loro principe nelle Outland ma alcuni rimasero su Azeroth tornando a Quel'Thalas, dove riscostruirono la città di Silvermoon. I rapporti diplomatici con le razze dell'Alliance continuavano però ad essere tutt'altro che amichevoli, ed essendo come sempre enormemente bisognosi d'ogni aiuto possibile per sopravvivere alle condizioni di quasi estinzione della propria razza i Blood Elf si unirono all'Horde non appena ne ebbero la possibilità, anche se ciò provocherà la fuoriuscita dalla fazione dei loro acerrimi nemici troll Amani.

TO DO:
_The Sunwell (trilogia di fumetti);
_Il Ciclo dell'Odio (libro).
END [SM=g28002]
[Modificato da Elwhin 16/08/2014 10:46]
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