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Ultimo Aggiornamento: 02/01/2015 22:08
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21/07/2014 17:36



Capitolo Diciassette: Illidan, il Signore delle Terre Esterne



Gli Elfi del Sangue
Il principe elfico Kael'thas Sunstrider, scampato al massacro perchè lontano dal suo regno al momento dell'invasione in quanto membro dei maghi del Kirin Tor, tornò a Quel'Thalas per partecipare al funerale di suo padre re Anasterian, battezzò il suo popolo con il nome di Blood Elf per rendere omaggio ai caduti della guerra e ne prese la guida, rifiutando però il titolo di "re" in quanto desiderava che il padre venisse ricordato come l'ultimo dei re di Quel'thalas. Kael'thas distrusse la Sunwell corrotta dalla resurrezione di Kel'thuzad prima che le sue energie malefiche corrompessero il suo popolo, ma tenne per se i tre mooncrystal sopravvissuti alla distruzione. Anche se suo padre aveva abbandonato l'Alliance prima della venuta dei non-morti, Kael'thas volle collaborare con essa al fine di vendicarsi di ciò che la Scourge aveva fatto al suo regno.

La fuga di Illidan
Riconoscendo dietro i recenti avvenimenti la mano di Ner'zhul e del suo cavaliere, ed apprezzando la forza e l'intraprendenza dimostrata dell'elfo, Kil'jaeden contattò Illidan offendogli grandi poteri e ricompense qualora fosse riuscito a togliergli il Lich King dai piedi. Illidan ottenne il supporto dei naga che lo aiutarono sfuggire alla sua inseguitrice Maiev e a raggiungere le Broken Isles dov'era situata la Tomb of Sargeras, della cui esitenza sapeva grazie alle memorie ereditate assorbendo i poteri dello Skull of Gul'dan. Anche Maiev raggiunse le isole e dalle rune lasciate da Gul'dan anni prima e dalle parole dell'orco warlock Drak'thul, unico sopravvissuto della spedizione originaria, scoprì la storia di quel luogo ed i poteri che vi erano contenuti. Nel profondo della tomba Illidan recuperò un potente artefatto chiamato Eye of Sargeras: con esso l'elfo mirava a compiere la missione affidatagli da Kil'jaeden distruggendo il Frozen Throne da distanza di sicurezza. Ma mentre se ne stava per impossessare Maiev e le sue Warden giunsero a fermarlo: Illidan usò i poteri dell'artefatto e fece crollare il tempio sulle loro teste. Ma Maiev riuscì a salvarsi e a richiedere l'aiuto di Malfurion contro i naga che assediavano la sua base: l'arcidruido giunse accompagnato dalla moglie Tyrande (nei confronti della quale Maiev nutriva ben poca simpatia per aver originariamente liberato l'odiato Illidan) e col loro aiuto le forze naga vennero respinte. I night-elf inseguirono l'elfo fuggitivo approdando sulle spiagge del Lordaeron e, mentre Malfurion si fermò nella Silverpine Forest per usare i suoi poteri druidici ed entrare in comunione con le forze della natura che sentiva invocare il suo aiuto, Tyrande e Maiev si inoltrarono nella terraferma dove incontrarono le truppe del principe dei blood-elf Kael'thas Sunstrider sotto attacco da parte della Scourge. Kael'thas promise di guidarle nel Lordaeron alla ricerca di Illidan in cambio del loro aiuto contro i non-morti, ma Tyrande finì dispersa durante la battaglia. Nonostante le preoccupazioni di Kael'thas la warden Maiev sostenne che la sacerdotessa poteva badare a sè stessa e pretese che l'elfo rispettasse la sua parte dell'accordo guidandola da Illidan. Intanto gli spiriti dei boschi rivelarono a Malfurion che un grande pericolo incombeva sul mondo: nelle rovine della città di Dalaran suo fratello Illidan stava adoperando l'Eye of Sargeras proiettandone le energie a Northrend al fine di sciogliere il ghiacciaio dov'era dimorato il Lich King, con conseguenze devastanti sull'ecosistema dell'intero pianeta. Malfurion corse ad avvisare le elfe sue alleate ma Maiev gli mentì dicendogli d'aver visto coi propri occhi Tyrande morire in battaglia e lo pregò di aiutarla a vendicarla uccidendo Illidan. Malfurion, Maiev e Kael'thas raggiunsero Dalaran e distrussero l'Eye of Sargeras prima che il danno fatto da Illidan diventasse irreversibile, ma prima che Maiev potesse attaccare Illidan l'arcidruido Malfurion seppe da Kael'thas che c'era la possibilità che Tyrande fosse viva. I fratelli Stormrage, entrambi uniti dall'amore per la sacerdotessa, dopo tanto tempo unirono nuovamente le forze ed accorsero in soccorso di Tyrande: grazie ai loro sforzi e alla collaborazione dei naga Tyrande venne salvata e per l'aiuto fornito l'arcidruido Malfurion perdonò il fratello e gli permise di andarsene libero per la propria strada, con la promessa che non avrebbe più minacciato le terre degli night-elf. Illidan fuggì attraversando un portale per le Outland ma Maiev, ormai divenuta l'incarnazione della vendetta, non volle obbedire agli ordini di Malfurion ed attraversò il portale aperto dal demon-hunter lanciandosi ancora una volta al suo inseguimento.

Azeroth dopo la Terza Guerra
La guerra contro la Burning Legion aveva avuto conseguenze pesanti: gli High Elf si erano quasi estinti, i Night Elf erano tornati mortali, e i non-morti della Scourge tutt'ora imperversavano un gran parte del regno umano del Lordaeron. Con il nord del continente in gran parte sotto il controllo dei non-morti la città di Stormwind divenne la nuova capitale dell'Alliance ed i nani di Ironforge, da tempo suoi alleati, guadagnarono grande potere politico.
A comandare l'esercito dell'Alliance dopo la Third War fu il Grand Marshall Garithos, un umano con notevoli pregiudizi nei confronti delle altre razze che considerava inaffidabili. Grazie all'aiuto dei paladini e dei rinforzi militari provenienti dalle città di Stormwind ed Ironforge, l'esercito di Garithos riuscì a riconquistare la città di Dalaran, la cui ricostruzione cominciò immediatamente.
Gli gnomi dovettero invece affrontare un'invasione di trogg e dovettero fuggire dalla loro capitale Gnomeregan. Consapevoli che quest'emergenza era ben poca cosa se confrontata al problema dei non-morti, decisero di affrontare la situazione con le proprie forze e, nel tentativo di respingere l'attacco, fecero detonare nella loro stessa città una bomba radioattiva. Le radiazioni sprigionate ebbero l'imprevisto effetto di mutare geneticamente gli gnomi rimasti intrappolati, che divennero Leaper Gnome e sotto il comando di Mekgineer Sicco Thermaplugg conquistarono per sè Gnomeregan. Gli gnomi sopravvissuti alla perdita di Gnomeregan furono costretti ad abbandonarla e chiesero ospitalità ai nani di Ironforge loro alleati.

La conquista delle Outland
L'esercito dell'Alliance riuscì a respingere il grosso della Scourge nella parte orientale del regno, ribattezzata Plaguelands, ma a causa dei pregiudizi del razzista comandante Garitosh i soldati blood-elf venivano costantemente relegati nelle retrovie o incaricati di occuparsi di faccende di poco conto, nonostante non desiderassero altro che combattere la Scourge per vendicarsi della caduta del loro reame e della distruzione della Sunwell. Incaricato di riattivare degli osservatori vicino alla recentemente liberata città di Dalaran il principe Kael'thas accettò l'aiuto dei naga di lady Vashj suscitando le ire di Garitosh. In seguito, mentre il grosso dell'esercito era impegnato in prima linea, i blood-elf vennero incaricati di affrontare da soli un secondo esercito di non-morti e Kael'thas si vide costretto ad accettare nuovamente l'aiuto dei naga. L'essersi ripetutamente alleato con una razza nemica ritenuta incredibilmente malvagia venne considerato un grave tradimento e Garithos ordinò l'arresto e la condanna a morte dei Blood Elf. Scampati all'esecuzione nuovamente grazie all'intervento dei naga i blood-elf riaprirono il portale creato da Kel'thuzad per evocare Archimonde e fuggirono nelle Outland nella speranza che, come ventilato da Lady Vashj, Illidan potesse trovare un rimedio alla loro dipendenza dalla magia. Giunti nelle Outland i blood-elf ed i naga salvarono Illidan dalla cattura da parte di Maiev, e Kael'thas si alleò ufficialmente con Illidan che gli rivelò la ragione del suo esilio in queste terre dimenticate: egli stava cercando di sottrarsi alla vendetta di Kil'jaeden, dopo che aveva fallito nell'uccidere il Lich King. Illidan confidò a Kael'thas di soffrire della stessa dipendenza dalla magia che tormentava i blood-elf ed ammise di non conoscere una cura, ma promise che gli avrebbe procurato una fonte di magia tale da saziare la loro fame. Alle forze di Illidan si unì un gruppo di draenei sopravvissuti alla distruzione di Draenor capitanati da Akama: esposti alle energie demoniache questi draenei erano mutati in Broken ed erano inabili ad usare i poteri della Luce. Con l'aiuto dei suoi nuovi alleati Illidan distrusse i portali dimensionali che i demoni utilizzavano per raggiungere le Outland ed uccise il demone Magtheridon, che aveva reclamato per sè il dominio sulle Outland. L'aver eliminato il loro signore garantì ad Illidan l'obbedienza dei fel-orc. Illidan ed i suoi servitori si stabilirono nel Black Temple convinti di potersi riposare ma avevano sottovalutato il signore demoniaco Kil'jaeden: l'eredar apparve loro intendendosi vendicare ma, impressionato dai nuovi alleati di Illidan, decise di concedere all'elfo una seconda possibilità contro il Lich King.
[Modificato da Elwhin 29/07/2014 20:51]
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