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21/07/2014 17:36



Capitolo Sedici: la Terza Guerra



L'arrivo di Archimonde
Kel'thuzad istruì Arthas circa la successiva parte del piano: l'evocazione del potente Archimonde. Per prima cosa contattarono l'eredar usando una demon gate sotto il controllo degli orchi Blackrock: Archimonde comandò loro di assaltare la città di Dalaran e recuperare il Book of Medivh ivi custodito, necessario all'incantesimo per la sua evocazione. I maghi del Kirin Tor opposero tutta la resistenza che potevano, ma era una battaglia persa: comprendendo troppo tardi la verità dietro le parole del Profeta, l'arcimago Antonidas pregò Jaina di abbandonare la città e navigare verso ovest come gli venne chiesto dal misterioso oracolo. Arthas uccise Antonidas, si appropriò del libro degli incantesimi di Medivh e protesse Kel'Thuzad dal contrattacco dei maghi mentre il lich preparava l'evocazione. Giunto finalmente su Azeroth l'eredar Archimonde rase al suolo la città di Dalaran ed inviò le sue armate di demoni a seminare morte e distruzione per il regno di Lordaeron. Archimonde privò inoltre il Lich King del comando della Scourge, che affidò ai dreadlord, sostenendo che lo spirito di Ner'zhul aveva ormai adempiuto al suo compito e la Burning Legion non aveva più bisogno di lui. Arthas fu molto sorpreso di questa decisione ma Kel'Thuzad gli confidò che questo era previsto e faceva parte del piano del Lich King. In seguito a questi eventi il principe Arthas lasciò Kel'thuzad e Sylvanas a sorvegliare la situazione nel Lordaeron e si mise in viaggio verso il continente di Kalimdor.

Sulla strada del destino
Obbedendo alle parole del misterioso Profeta lady Jaina Proudmoore si recò a Kul Tiras e, accompagnata dalla popolazione a lei più fedele, si imbarcò per il Kalimdor: Ma giunta sulle sue coste si imbattè nel clan Warsong di Grom Hellscream: credendo che gli orchi li avessero seguiti dal Lordaeron gli umani li attaccarono, ma furono costretti a ripiegare sulle montagne del Stonetalon Peak sulla cui sommità Jaina avvertì un grande potere magico.
Nel frattempo le navi degli orchi naufragate si erano sparpagliate lungo un vasto tratto di costa e Thrall fece il possibile per soccorrere i sopravvissuti al naufragio, ma non riuscì a trovare il suo amico Grom Hellscream. Incontrò però un popolo nativo del Kalimdor, i Tauren della tribù Bloodhoof. Il leader dei Bloodhoof, Cairne, chiese l'aiuto dell'Horde: un esercito di Centaur, una razza con la quale i Tauren erano in guerra dalla notte dei tempi e che già li avevano costretti ad abbandonare le loro terre natie in cerca di salvezza e nuovi pascoli, minacciava il suo villaggio. Cairne promise a Thrall che, se gli orchi li avessero aiutati a difendersi dai centauri e scortati verso la loro destinazione di Mulgore, egli lo avrebbe condotto dall'Oracolo di Stonetalon Peak che lo avrebbe aiutato ad andare incontro al suo destino. Per raggiungere l'Oracolo era però necessario attraversare un passo tra le montagne e con grande sorpresa Thrall lo vide scenario di un'accesa battaglia tra gli orchi del Clan Warsong guidati da Hellscream e gli umani di Jaina Proudmoore. Thrall cercò di evitare la battaglia comprando dai goblin un passaggio sui loro zeppelin, ma Hellscream attaccò gli umani provocando una loro ritorsione che coinvolse anche il gruppo di Thrall costringendolo a partecipare al conflitto: gli umani vennero battuti e costretti a ritirarsi sulla cima della montagna. Dopo essersi finalmente procurato il suo dirigibile, il Warchief si preparò a volare verso l'Oracolo ma, preoccupato che l'indole del suo amico potesse essere fonte di ulteriori problemi, ordinò a Hellscream di aspettarlo ad Ashenvale. Con l'aiuto delle Wyvern di Stonetalon, che si misero al suo servizio dell'Horde dopo che le ebbe liberate dalle Harpies, Thrall riuscì a sconfiggere gli umani che presidiavano la montagna e a guadagnarsi l'accesso alla caverna dell'Oracolo, dove incontrò la maga Jaina: prima che i due comandanti continuassero la lotta apparve loro il Profeta Medivh, che li pregò di allearsi contro l'arrivo imminente della Burning Legion.

La morte di Cenarius
Dalla fine della Second War l'orco Grom Hellscream combatteva una sua battaglia personale contro la sete di sangue che lo affliggeva da quando, primo tra i suoi simili, bevve su Draenor il sangue demoniaco, ma quando aveva messo piede su Kalimdor gli influssi malefici di quella maledizione erano tornati a farsi sentire più potenti che mai, come se i demoni fossero vicini. E non sbagliava: lo sguardo di Archimonde era infatti nuovamente sul suo popolo. Giunto nel Kalimdor alla ricerca degli orchi, l'eredar si imbattè nei suoi vecchi nemici night-elf e, desiderando vendicarsi di loro per gli eventi della War of the Ancients, incaricò il suo braccio destro Mannoroth di corrompere nuovamente gli orchi e poi comandadogli di uccidere il semidio Cenarius.
Relegato assieme al suo clan nelle foreste di Ashenvale dal Warchief Thrall, Grom ordinò l'abbattimento di molti alberi per la realizzazione di un avamposto ma ciò attirò le furie dei night-elf protettori della foresta. La ritorsione degli orchi contro le sentinelle elfiche, l'abbattimento degli alberi sacri e l'uccisione di molti abitanti della foresta come i Furbolg fecero infuriare Cenarius, che attaccò gli orchi senza pietà riconoscendo in loro l'influsso della Burning Legion contro la quale s'era già opposto ai tempi della War of the Ancients. Fu presto chiaro che il semidio era invulnerabili ai loro attacchi e così il clan Warsong dovette ritirarsi. Uno dei witch-doctor troll informò Grom della presenza di una fonte di grande potere magico nelle vicinanze: si trattava di una fontana che il pit-lord Mannoroth aveva colmato del proprio sangue, sicuro che gli orchi non avrebbero resistito alla tentazione di abbeverarvisi. E così fu: Grom ed i suoi soldati bevvero nuovamente il sangue demoniaco, ricevendone grande forza e tornando ad essere nuovamente schiavi della Burning Legion. Coi loro nuovi poteri gli orchi uccisero il semidio Cenarius e, su ordine di Mannoroth, con un esercito di demoni come nuovi alleati si lanciarono all'attacco delle forze di Thrall e di Jaina, divenuti ormai alleati come richiesto da Medivh. Thrall affrontò l'amico Grom in combattimento scoprendo l'accaduto e, deciso a salvarlo, lo catturò e lo condusse da Jaina che, con l'aiuto di ogni incantatore disponibile, liberò l'orco dal controllo dei demoni.
Thrall e Grom partirono alla ricerca del demone Mannoroth per liberare gli orchi Warsong dal suo controllo, e lo trovarono nella zona di Ashenvale oggi chiamata Demon Fall Canyon. Thrall venne stordito da un colpo ben assestato del demone, ma Grom riuscì a piantare la sua ascia Gorehowl nell petto del mostro: quando il pit-lord morì, però, rilasciò una potente esplosione che incenerì l'eroico orco. Con la morte di Mannoroth gli orchi furono finalmente libero dagli influssi della Burning Legion, e Grom Hellscream sarà da loro ricordato come l'eroe che aveva tanto cominciato quanto messo fine con la propria vita alla schiavitù del loro popolo.

Il ritorno di Illidan
Nel disperato tentativo di arrestare l'avanzata della Burning Legion nei territori di Ashenvale la sacerdotessa Tyrande si recò a Moonglade e svegliò Malfurion dal suo sonno nell'Emerald Dream. Malfurion pensò di allearsi con gli orchi e gli umani contro il nemico comune ma Tyrande non volle saperne, considerandoli degli invasori ed incolpandoli della morte di Cenarius. I due night-elf si adoperarono invece per svegliare gli altri druidi e per primi risvegliarono i Druids of the Talon. Recandosi nel luogo in cui riposavano i Druids of the Claw), le caverne del Barrow Den a Hyjal, si ritrovarono in prossimità della prigione dell'elfo traditore Illidan e Tyrande, contro il parere del suo sposo, lo liberò dalla sua prigionia: l'elfo, che era ancora innamorato di lei, accettò di combattere contro gli invasori demoniaci. Nel frattempo Malfurion risvegliò i Druid of the Claw ma il loro sonno nell'Emerald Dream era durato troppo lungo ed erano divenuti selvaggi e feroci: fortunatamente Malfurion riuscì a riportarli alla normalità usando l'Horn of Cenarius.
Illidan, deciso a dimostrare al fratello di non aver simpatia per i demoni nonostante le sue azioni nella War of the Ancients, condusse una guarnigione di night-elf nelle foreste del Felwood, dove la presenza demoniaca era più forte. Lì Illidan si imbattè nel death-knight Arthas che gli rivelò che dietro alla corruzione della foresta vi erano i poteri dello Skull of Gul'dan, un potente artefatto adoperato da Tichondrius. Il demon-hunter Illidan riuscì a recuperarlo e, trasformato dai poteri dell'oggetto in una sorta di demone, ad eliminare il nathrezim. La trasformazione però inorridì i suoi stessi alleati elfi che lo bandirono dai propri domini.

La disfatta di Archimonde
Incontrando i comandanti delle tre fazioni coinvolte nella resistenza contro i demoni (l'orco Thrall, l'umana Jaina e i night-elf Malfurion e Tyrande), il Profeta rivelò di essere la reincarnazione di Medivh ed ammise di essere il responsabile della creazione del Dark Portal. Sostenendo di voler rimediare ai suoi errori, Medivh li implorò di unire le forze contro la Burning Legion in quanto solo uniti i popoli di Azeroth potevano avere una speranza di vittoria.
Dopo aver conquistato il regno di Lordaeron l'eredar Archimonde si trasferì nel Kalimdor lasciando l'amministrazione di quelle terre a tre dreadlord: Balnazzar, Varimathras e Detheroc, che si stabilirono nelle rovine della capitale. Passando alla fase finale del proprio piano Archimonde decise di assaltare il World Tree Nordrassil, fonte del potere dei night elf e vera ragione del suo interessamento per Azeroth: egli era convinto che assorbendone le energie potesse diventare forte almeno quanto il suo signore Sargeras. La sua avanzata venne però notevolmente rallentata ed ostacolata dagli avamposti costruiti dagli umani, dagli orchi e dagli elfi, dando così a Mafurion il tempo necessario a mettere in atto il proprio piano: adoperare l'Horn of Cenarius per chiamare a sè l'aiuto delle whisp guardiane della foresta, che al richiamo dell'arcidruido si scagliarono sull'eredar distruggendolo.
L'attacco del gigantesco demone danneggiò però l'albero sacro, privando così nuovamente i night elf della loro immortalità. Con la morte di Archimonde si concluse quella che verrà ricordata col nome di Third War e, ritenendo finalmente compiuto il proprio compito, il Profeta Medivh scomparve per sempre.
[Modificato da Elwhin 29/07/2014 16:34]
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