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21/07/2014 17:30



Capitolo Nove: la Prima Guerra



Il Dark Portal
Una notte la visione di un essere ammantato che emanava un'aura di indicibile potenza apparve nei sogni di Gul'dan dicendogli d'essere Medivh, un emissario di colui che era stato il maestro stesso di Kil'jaeden: il Dark Titan Sargeras. Egli disse all'orco che Sargeras era imprigionato in un luogo chiamato Tomb of Sargeras situato sul pianeta Azeroth e, sapendo delle condizioni disperate degli orchi, offrì a Gul'dan un patto: gli avrebbe mostrato il modo per raggiungere Azeroth e in cambio dello sterminio dei suoi abitanti, gli esseri umani suoi nemici, gli orchi avrebbero potuto tenersi il florido pianeta e le sue ricchezze. Inoltre, in cambio della liberazione di Sargeras a Gul'dan sarebbero stati donati i poteri contenuti nella sua tomba, che l'avrebbero reso potente come un dio. Quando il warlock si destò dal suo sonno trovò una pila di carte scritte di suo pugno vicino al letto, contenenti i progetti di costruzione di un portale dimensionale, il Dark Portal, che avrebbe connesso Draenor con Azeroth.
Non tutti gli orchi furono entusiasti all'idea di mettersi nuovamente alla mercè delle visioni di Gul'dan e di certo non amarono l'idea di abbandonare il proprio pianeta natale per una terra aliena, ma viste le disperate condizioni della propria razza ed il rapido degrado del proprio pianeta non ebbero scelta. Il Dark Portal fu costruito a tempo di record e, quando venne aperto da potenti incantesimi e tetri rituali celebrati da ambo le parti (tra cui il sacrificio di una bambina Draenei a cui Durotan si oppose inutilmente), i primi esploratori che lo attraversarono riferirono di una palude ricca d'acqua e di grasse creature da cacciare.
Alcuni clan, come il clan Warsong di Grom Hellscream, vennero lasciati indietro con l'incarico di vegliare su Draenor e tenersi pronti a fungere da evenntuali rinforzi, mentre il resto dell'Horde impugnò le armi ed attraversò il Dark Portal sciamando sull'ignaro pianeta di Azeroth.

L'inizio della First War
Per l'ennesima volta Durotan mise in discussione la guida ed i metodi di Gul'dan accusandolo d'essere un essere corrotto e d'aver rovinato lo spirito degli orchi, e sostenendo che quest'invasione improvvisata ad Azeroth avrebbe rappresentato la fine per il loro popolo. Per queste parole l'intero clan Frostwolf venne esiliato e si rifugiò sulle Alterac Mountains.
Il resto dei clan, emersi dal Dark Portal nelle paludi del Black Morass, saccheggiò i villaggi nelle vicinanze assumendo che tutti gli umani fossero deboli come i contadini affrontati. I clan Bleeding Hollow e Twilight Hammer si lanciarono immediatamente all'attacco della vicina città di Stormwind Keep, capitale del Kingdom of Azeroth, confidando in una facile e rapida vittoria, ma le guardie della città opposero una fiera resistenza. L'Horde avrebbe comunque vinto per una semplice questione numerica, ma l'arrivo dei cavalieri della Brotherhood of the Horse cambiò radicalmente la situazione: gli orchi vennero sbaragliati e costretti a una rovinosa ritirata nelle paludi dalle quali erano venuti, lasciando i chieftain dei clan sconfitti Kilrogg Deadeye e Cho'gall ad accusarsi reciprocamente del fallimento.

La torre di Karazhan
Dopo essersi risvegliato dal lungo coma il grande mago Medivh si era trasferito nell'Ivory Tower of Karazhan, una struttura isolata precedentemente abbandonata e costruita in tempi antichi nel Deathwind Pass, un brullo cratere scavato da un'esplosione tanto potente che lacerò il tessuto spazio-temporale dell'intera area facendola diventare un luogo come nessun altro al mondo per la ricerca sulla magia. Qui Medivh viveva assieme al suo maggiordomo Moroes, al cuoco Cook ed al suo unico apprendista Khadgar, inviato dai Kirin Tor nella speranza che scoprisse i segreti del più potente e misterioso mago di Azeroth. A causa dell'instabilità del tessuto della realtà del luogo numerosi strani fenomeni, come la comparsa di visioni di personaggi misteriosi che si muovevano come spettri per le stanze del castello, si verificavano sovente all'interno della torre, al punto che Moroes soleva indossare dei paraocchi per evitare di doverle vedere.
Poco dopo il suo arrivo su Azeroth Gul'dan cercò di eliminare Medivh (probabilmente perchè non avendo ottenuto la vittoria immediata che si aspettava, mirava a sottrarsi alla sua parte dell'accordo: in fondo quel che gli interessava era solo mettere le mani sui poteri contenuti nella Tomb of Sargeras e poco gli importava di sterminare gli umani o conquistare Azeroth), ma il potente mago uccise tutti gli assassini risparmiando solo la mezz'orca Garona, che ufficialmente accettò di fare da ambasciatrice dell'Horde e intermediaria tra lui e Gul'dan ma in realtà doveva fungere da spia presso il mago. Tra i due vi fu eventualmente anche una relazione romantica che fece sì che Garona rimanesse incinta.
Alla torre di Karazhan la mezz'orca conobbe il giovane mago Khadgar: inizialmente tra i due non corse buon sangue ma col tempo (e su "ordine" di Medivh) impararono a vincere le loro diffidenze e ad andare d'accordo.

Le imprese del Defender of the Crown
Per alcuni anni l'Horde rimase nelle Swamp of Sorrow a leccarsi leferite e riorganizzarsi, consapevole che non potevano semplicemente lanciarsi all'attacco delle fortezze umane senza una vera strategia. Gli orchi costruirono nelle paludi varie fattorie ed un avamposto, Kyross, e sferrarono alcuni attacchi agli insediamenti umani più vicini, il più famoso dei quali era Grand Hamlet. In suo soccorso il re Llane Wrymm, divenuto reggente del Kingdom of Azeroth in seguito al decesso in battaglia di suo padre Adamant Wrynn II, inviò le truppe guidate da un cavaliere conosciuto col titolo di "Defender of the Crown"(*): questi eroi riuscirono a mettere in salvo i cittadini di Grand Hamlet ma la città venne comunque distrutta dagli orchi prima che si ritirassero (al suo posto verrà fondata Darkshire). Lanciate al contrattacco le truppe del Defender attaccarono e distrussero l'avamposto di Kyross mettendo al sicuro la regione.
La figlia del Warchief Blackhand nel frattempo si era innamorata di Turok, il capo-tribù di un gruppo di ogre a cui non fu permesso di entrare a far parte dell'Horde, ed assieme fuggirono nelle Deadmines. In possesso di questo gruppo di ogre vi era un libro di estrema importanza per i Clerics of Northshire Abbey, il Tome of Divinity, pertanto Sir Anduin Lothar cercò di recuperarlo ma venne sconfitto e catturato, ma dopo lunghi mesi di prigionia fu liberato dal Defender of the Crown inviato dal re alla sua ricerca.
Ma gli umani non erano gli unici interessati alle Deadmines e a ciò che Turok aveva reclamato per sè: il Warchief Blackhand non aveva intenzione di veder macchiato il proprio onore dalla figlia così inviò alla sua ricerca un gruppo dei suoi orchi più fidati, guidati da Orgrim Doomhammer: gli amanti vennero trovati ed uccisi senza pietà. Sulla via del ritorno Ogrim prestò soccorso ad un avamposto orchesco sotto assedio e rase al suolo il villaggio dal quale erano partiti gli assalitori. Su ordine di Blackhand, ansioso di mettere le mani sulle magie che gli umani spesso e volentieri utilizzavano per cogiere di sorpresa l'Horde, Orgrim comandò l'assalto alla città di Sunnygrade, la cui torre della magia venne risparmiata affinchè gli orchi potessero studiarne i segreti.
Dopo aver ripulito dalla presenza orchesca la Forest of Elwynn e salvato i monaci della Northshire Abbey dall'attacco di alcuni guerrieri umani traditori, il Defender of the Crown corse in soccorso dei cittadini di Sunnygrade catturati dagli orchi per venir utilizzati come schiavi nelle strutture circostanti, liberandoli.
(*): così come è stato ufficialmente confermato che l'eroe della campagna dell'Horde di Warcraft fosse Doomhammer, si ipotizza che l'eroe dell'Alliance, questo Defender of the Crown, sia Lothar. Ciò però è in evidente contraddizione con quanto avviene nella missione in cui l'eroe umano del gioco viene incaricato di liberare Lothar dalla sua prigionia nelle Deadmines.

La morte di Medivh
Khadgar nel tempo passato a Karazhan aveva studiato le visioni che solevano apparire senza ordine e senso nelle stanze della torre e compreso, grazie all'aiuto del suo maestro, che esse erano frammenti di eventi del passato (e più raramente del futuro). Se nel resto del mondo il tempo scorreva in maniera lineare come in un orologio, infatti, nella torre di Karazhan il tempo scorreva invece come in una clessidra: si sa in quanto tempo si svuoterà ma non si può l'ordine in cui i granelli di sabbia scenderanno. Egli ebbe una visione in particolare che lo turbò molto: vide sè stesso da vecchio che, su di uno sconosciuto pianeta rossatro e desertico, guidava un esercito preparandosi per un'imminente battaglia. La cosa affascinò il giovane apprendista al punto da spingerlo ad inventare un incantesimo di divinazione per poter influenzare le manifestazioni: grazie a ciò scoprirà che fu proprio Medivh ad invitare gli orchi su Azeroth e a creare il Dark Portal. Mentre ottenevano queste terribili informazioni Khadgar e Garona furono però sorpresi da Medivh, ormai sotto completo controllo da parte di Sargeras, e costretti a fuggire per salvarsi la vita: essi si recarono a Stormwind Keep per riferirlo al re. Re Llane ascoltò i giovani con attenzione ma non gli credette fino in fondo, confidando nella bontà d'animo suo amico d'infanzia Medivh e presumendo che ciò che avevano visto altro non fosse che una parte di un'ennesimo pazzo piano dell'arcimago, i cui metodi erano stati spesso oscuri ma le sue intenzioni sempre buone. Ritenne quindi di non doversi preoccupare nè di Medivh nè dell'Horde, sicuro com'era della forza del proprio esercito e della resistenza delle mura della città. Ma Lothar già da tempo sospettava di Medivh e volle vederci chiaro: segretamente volò con un piccolo gruppo di persone fidate alla volta della torre di Karazhan, pronto anche a gesti estremi qualora le parole dei ragazzi si fossero rivelate veritiere. In tal caso, egli riteneva che non si potesse lasciare Sargeras libero di complottare ulteriormente contro Azeroth e sperava che la morte del mago potesse provocare la chiusura del Dark Portal. Giunti a Karazhan gli eroi trovarono la torre abbandonata ma scoprirono l'esistenza di un passaggio segreto che conduceva nei sotterranei, ma Lothar ed i suoi uomini dovettero fermarsi ad affrontare dei demoni a guardia del luogo. Garona e Khadgar continuarono la discesa ed assistettero ad un'ulteriore visione del futuro, in cui Stormwind veniva messa a ferro e fuoco dall'Horde e Garona assassinava re Llane. Scossi ed increduli i due giovani proseguirono arrivando al piano più profondo, dove trovarono il loro vecchio maestro. Non curandosi più di fingere d'essere il mago Medivh, Sargeras svelò il proprio piano: manipolare gli orchi tramite i warlock che li guidavano affincchè sterminassero gli umani e riappropriarsi del suo vero corpo. Sargeras respinse senza difficoltà gli attacchi di Garona ed usò i suoi poteri per risucchiare la forza vitale dal giovane apprendista, invecchiandolo di molti anni, ma proprio prima che potesse chiudere la partita il valoroso Lothar si unì al combattimento: Lothar e Khadgar sconfissero Medivh, che un istante prima di morire tornò ad essere finalmente sè stesso ringraziando gli amici per averlo liberato dal suo tormento. Nel momento del suo trapasso fu liberata una terribile energia, e l'anima di Sargeras venne scaraventata nel Twisting Nether dal quale proveniva. Purtroppo la morte di Medivh non ebbe l'effetto sperato di chiudere il Dark Portal, ma ebbe comunque una conseguenza importante. Al momento della morte del mago, infatti, le menti di Medivh e di Gil'dan erano collegate: il warlock stava infatti ispezionando le memorie dell'umano cercando di scoprire la posizione della Tomb of Sargeras ed i dettagli del potere ivi contenuto, ed il potente collegamento mentale tra tra i due si interruppe così bruscamente da far cadere il warlock in coma per i mesi successivi, lasciando quindi improvvisamente Blackhand e l'esercito orchesco senza una vera guida.
Kadghar rimase per un pò a Karazhan per seppellire i resti di Medivh e mettere in salvo i testi di magia più importanti prima di abbandonare la torre, mentre Lothar e Garona tornarono a Stormwind. Nonostante fosse per metà orco Garona fu la benvenuta e divenne un consigliere del re, rivelandogli il modo di agire degli orchi e come spiegandogli avvantaggiarsene, ma la visione di lei che uccideva il re la tormentò per tutto il tempo impedendole di instaurare un vero rapporto di amicizia con gli umani.

Scacco a Stormwind Keep
Dopo aver studiato i tomi recuperati a Sunnygrade ed aver appreso nuove arti magiche, l'Horde si decise a fare sul serio, preparandosi a lanciare un attacco improvviso su vasta scala al Kingdom of Azeroth nella speranza di coglierlo di sorpresa. Funzionò: dopo aver distrutto i primi avamposti gli eserciti guidati da Orgrim Doomhammer si fecero largo nella Forest of Elwynn e, dopo aver distrutto le caserme dove venivano addestrati i soldati umani, ingaggiarono una lunga e sanguinosa battaglia contro gli insediamenti di Goldshire e Moonbrook. Alla fine le due città, ultimi baluardi prima della capitale di Storwind Keep, caddero: l'Horde era ora in una posizione ideale per lanciare l'assalto finale al Kingdom of Azeroth. Blackhand condusse l'attacco alla città in prima persona, lanciando il suo clan Blackrock attraverso le aperture fatte dalle catapulte nell'Eastern Wall. Mentre i difensori della città affrontavano l'avanzata orchesca riuscendo a respingerla, Garona non riuscì più ad opporsi agli ordini che Gul'dan gli aveva magicamente instillato nel cervello e la visione che aveva avuto a Karazhan si avverò: ella si introdusse nella sala del trono ed assassinò il re Llane, sotto lo sguardo impotente del piccolo principe Varian Wrynn. Al diffondersi della notizia della morte del re il morale delle guardie umane crollò e la città fu presa facilmente dagli orchi.
Impossibilitato ad arrestare l'avanzata nemica Sir Lothar dichiarò perduto il Kingdom of Azeroth e, in fuga col resto dell'umanità, navigò con migliaia di imbarcazioni sul Great Sea approdando infine presso Southshore sulle sponde del Kingdom of Lordaeon, dove chiese ospitalità ed aiuto al re Terenas Menethil II. Il re accolse a braccia aperte il principe di Stormwind Varian Wrynn: il principe di Lordaeron Arthas Menethil aveva all'incirca la stessa età, ed i due crebbero come fratelli.
La First War terminò così, con la vittoria degi orchi e la disperazione degli umani.
Garona fuggì dalle terre del conflitto e diede alla luce un bambino che chiamò Me'dan. Per paura che i suoi condizionamenti mentali la portassero a fargli del male lo affidò a Meryl Felstorm, un mago non-morto che era stato un eroe delle Troll Wars ed un membro del primo Council of Trisfal.

Il Warchief Doomhammer
Dopo esser stato per tanti anni un fedele servitore del Warchief Blackhand, col quale ne condivideva il clan di appartenenza, l'eroe orchesco indiscusso della First War Orgrim Doomhammer decise di sfidare in duello il comandante dell'Horde, sconfiggendolo e prendendosi il titolo di Warchief. Il nuovo condottiero dell'Horde, disgustato dalla storia di bassezze e corruzione con cui Blackhand e Gul'dan avevano macchiato la storia recente degli orchi, giurò che avrebbe ridato onore alla propria razza e mai più tollerato egoismi personali, cospirazioni e tradimenti al suo interno. Alla morte di Blackhand il clan Blackrock si scisse, con una parte che al comando dei due figli dell'ex-chieftain Rend e Maim assunse il nome di Black Tooth Grin.
Nel frattempo Durotan e la sua compagna Draka ebbero un figlio (che avrebbero voluto chiamare Go'el non appena fosse giunto il tempo della tradizionale cerimonia orchesca in cui si dava un nome ai neonati): l'esser divenuto padre fece capire al leader dei Frostwolf che doveva garantire un futuro alla propria razza e non poteva semplicemente starsene da parte mentre l'Horde veniva manipolata a piacimento da Gul'dan e dallo Shadow Council. Durotan, Draka ed il neonato si misero in viaggio ed informarono Doomhammer di ciò che Ner'zhul gli aveva rivelato tempo addietro: il Warchief credette alle parole del vecchio amico e gli assicurò che si sarebbe vendicato sul warlock traditore. Durotan e la sua famiglia vennero inviati in un luogo sicuro ma il guerrierio scelto per scortarli li condusse in una trappola: Durotan e Draka vennero uccisi dagli assassini dello Shadow Council, ma fortunatamente il piccolo orco scampò al massacro e venne trovato e raccolto da alcuni umani sotto il comando di Adelas Blackmoore, che lo raccolse e battezzò Thrall, un nome che significa "schiavo". Blackmoore aveva un piano riguardo il suo orco: lo avrebbe cresciuto, addestrato ed usato per arruolare gli orchi rinchiusi nei campi di internamento, facendone un esercito inarrestabile col quale sconfiggere l'Horde. Thrall venne allevato a Durnholde Keep, il centro di comando dei campi di internamento, presso la casa di uno dei soldati di Blackmoore, Tammis Foxton.
Furioso per le quanto confidatogli da Durotan e per il suo assassinio, Doomhammer fece catturare e torturare la spia Garona scoprendo così l'esistenza e l'ubicazione dello Shadow Council: l'Horde al suo comando si recò al luogo dove si riuniva segretamente lo Shadow Council, ovvero le rovine di Stormwind Keep, eliminando tutti warlock che trovarono (tranne un piccolo numero, tra cui l'ogre Cho'gall) e di fatto mettendo fine all'organizazione segreta. Il loro capo Gul'dan, ripresosi dal coma, pur di salvarsi dal massacro promise completa obbedienza e sottomissione al nuovo Warchief: Doomhammer, consapevole di non poter rinunciare con tanta leggerezza alla forza che i warlock prestavano alla guerra, lo risparmiò.
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