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Ultimo Aggiornamento: 02/01/2015 22:08
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04/05/2014 14:06



Capitolo Sette: gli Orchi



Sbarco su Draenor
Dopo essere approdati su un'infinita serie di pianeti ed esser stati tutte le volte trovati dai segugi della Burning Legion e costretti a scappare, i Draenei erano allo stremo delle forze e persino il loro salvatore e la loro guida, il naaru K'ure, si ammalò. La nave dimensionale Genedar, in simbiosi col naaru malato, finì con l'effettuare un atterraggio di fortuna su un pianeta che gli Eredar, a differenza di tutti i precedenti, parvero non trovare subito. I Draenei chiamarono questa nuova casa Draenor e vi vissero in pace con la razza nativa del pianeta, i primitivi Orcs, stabilendosi sulle montagne mentre gli orchi popolavano le pianure. I Draenei cercarono di mantenere un basso profilo limitando le interazioni coi loro vicini, ma vi fu comunque un minimo di frequentazione pacifica ed amichevole, ed un importante scambio culturale: dagli orchi i Draenei appresero infatti i segreti dello sciamanesimo, le cui conoscienze si aggiunsero alle vie della luce che avevano appreso dalla lunga convivenza col naaru.
La Genedar, schiantatasi in una zona chiamata Nagrand, fu smantellata lasciando soltanto la sua struttura cristallina, un enorme diamante bianco contenente le energie di K'ure. I clan degli orchi chiamarono questa montagna Oshu'gun, ovvero "montagna degli spiriti", in quanto le anime dei loro antenati vi si recavano per entrare in comunione con K'ure e potevano così venir interpellati dagli sciamani orcheschi, chiedendo loro guida, consiglio ed approvazione.

Improbabili amicizie
In occasione di uno dei due eventi annuali in cui i vari clan orcheschi si riunivano attorno alla montagna sacra, i giovani orchi Durotan del clan Frostwolf e Orgrim Doomhammer del clan Blackrock diedero inizio ad un'insolita amicizia: era davvero cosa rara, infatti, che orchi di clan diversi si frequentassero abitualmente. I leader dei rispettivi clan, pur non approvando la cosa, li lasciarono fare sicuri che la strana relazione non sarebbe durata a lungo.
Durante una delle loro competizioni amichevoli nella Terokkar Forest, i due orchi si ritrovarono attaccati da un enorme e feroce Ogre, ma un gruppo di Draenei sbucato dal nulla li trasse in salvo dalla furia del nemico comune. Grazie a questo fortunoso incontro Durotan ed Orgrim ebbero, primi tra la loro gente, l'onore di conoscere da vicino gli alieni blu: i Draenei li accompagnarono alla vicina città di Telmor, occultata alla vista dal potere di uno dei frammenti del cristallo Ata'mal, visitando una delle loro città ed incontrando il loro capo in visita alla città, il Profeta Velen, col quale si sentirono subito in sintonia.
I due giovani orchi vissero molte avventure prima di affrontare il rito di passaggio all'età adulta, ed entrambi ricevettero importanti profezie sul proprio futuro. Ad Ogrim fu svelata una profezia riguardo al Doomhammer, l'arma leggendaria che Orgrim avrebbe un giorno ereditato da suo padre: l'ultimo della sua stirpe che l'avesse impugnato avrebbe dapprima portato salvezza e poi sventura al proprio popolo, ma l'arma sarebbe poi passata ad un orco non appartenente al clan Blackrock per diventare strumento di giustizia. Durotan venne invece convocato dinanzi agli spiriti dei suoi avi che, pur non riuscendo a vedere chiaramente il futuro dell'orco, svelarono che da lui o dai suoi discendenti sarebbe giunta la salvezza per tutto il popolo orchesco.

L'inganno di Kil'jaeden
A differenza del fratello Archimonde, più pratico e concentrato sulle faccende importanti, l'Eredar Kil'jaeden non aveva mai rinunciato alla brama di vendetta nei confronti di Velen, ed il suo sangue ribolliva di rabbia al pensiero di tutte le volte che i Draenei traditori gli erano sfuggiti da sotto al naso. Così quando una delle sue spie riuscì a ritrovare le tracce dei fuggiaschi, egli decise di non scatenare tuta la furia dei suoi demoni come faceva di solito ma procedere con cautela, cercando di non allarmare le proprie prede. Egli volle sapere tutto della loro condizione, del pianeta su cui si erano stabiliti e delle razza che lo popolavano, e così venne a conoscienza dell'esistenza degli orchi, che a quel tempo gli orchi conducevano una vita nomade e relativamente tranquilla, usando le armi e la violenza solo per la caccia, la difesa e lo sport. L'Eredar, che da tempo progettava una seconda invasione di Azeroth, vide grosse potenzialità in questa nuova razza e gli sembrò perfetta per diventare un nuovo esercito sacrificabile che fungesse da avanguardia dell'invasione demoniaca vera e propria.
Il potente sciamano Ner'zhul del clan Shadowmoon era l'orco più influente del pianeta, essendo una sorta di guida spirituale per tutti i clan orcheschi, e Kil'jaeden decise di usarlo per i propri fini: gli apparve in sogno sotto le mentite spoglie dello spirito della sua compagna scomparsa Rulkan, dicendogli che i Draenei costituivano una pericolosa minaccia per il suo popolo e che era suo dovere prendere il comando degli orchi unendo tutti i clan contro di essi, sterminandoli prima che fosse troppo tardi.
Ner'zhul radunò i leader e gli sciamani di tutti i clan, cosa che non era mai successa al di fuori dei due equinozi annuali, e rivelò loro il contenuto delle proprie visioni: alcuni orchi come Grommash Hellscream del bellicoso clan Warsong sembrarono eccitati all'idea della guerra, ma la maggior parte degli astanti erano sinceramente convinti della bontà d'animo dei Draenei. Allo scetticismo dei presenti lo sciamano ricordò che gli spiriti degli antichi non mentivano mai, e gli chiese non ancora di scendere in guerra quanto soltanto d'esser pronti ad ogni evenienza. Ma tanto bastò a seminare il dubbio nelle menti degli orchi, a solleticare la loro passione per il combattimento, e a mettere in moto un processo che una volta partito non si poteva più fermare: tutte le tribù orchesche cominciarono a prepararsi per una probabile guerra, fabbricando armi ed armature, allevando lupi da guerra, e addestrandosi alla battaglia assaltando i villaggi degli Ogre e dei loro signori, i temibili Gronn.

Il primo sangue
Le visioni continuavano ad apparire nei sogni nei Ner'zhul, ma lo spirito della defunta compagna non sembrava soddisfatto dei progressi fatti. La finta Rulkan rivelò che esseri ancora più potenti degli avi guidavano gli spiriti dei defunti allo stesso modo nel quale essi consigliavano i viventi, e che uno in particolare aveva preso a cuore la sorte del loro popolo: se lo sciamano avesse dimostrato il proprio valore ottenendo una vittoria in battaglia contro i Draenei egli si sarebbe manifestato a lui, donandogli grandi poteri ed il comando su tutto il suo popolo. Blackhand, il violento ed impetuoso leader del clan Blackrock, ottenne il dubbio privilegio di spargere il primo sangue, aggredendo un gruppo di Draenei impegnati in una battuta di caccia. Alla battaglia, che si concluse con una schiacciante vittoria degli orchi, partecipò anche Orgrim Doomhammer che era ormai divenuto il suo braccio destro.
Grazie alla prima vittoria, la presunta guida di Rulkan si rivelò nei sogni di Ner'zhul presentandosi come Kil'jaeden: lo sciamano venne facilmente impressionato dall'imponenza dell'essere divino. Sebbene lo insospettisse il fatto che l'aspetto della creatura fosse così simile a quello dei Draenei, e nonostante il fatto che nessuno degli spiriti dei suoi avi si manifestasse più a lui da quando aveva cominciato ad incontrare Kil'jaeden, Ner'zhul non mise in dubbio l'autenticità dalle parole del salvatore del suo popolo, e più gli portava notizie di nuove vittorie sul nemico e più l'approvazione della sua guida lo riempiva di soddisfazione. Nè lui nè nessun altro orco poteva negare che da quando l'esser divino aveva posato il suo sguardo su di loro, li aveva guidati ed aveva invitato i clan a collaborare, gli orchi erano divenuti più uniti e forti di quanto fossero mai stati. Ma più il convinto di tutti ed il più disponibile a seguire ogni parola di Kil'jaeden, senza dubbio alcuno, era l'ambizioso apprendista di Ner'zhul: Gul'dan. Sempre più il giovane sciamano sembrava guadagnare la simpatia di Kil'jaeden, se sempre più Ner'zhul si domandava a chi davvero l'apprendista fosse fedele.
Gli attacchi ai Draenei si susseguirono per giorni prima che Velen decidesse di agire: chiese udienza a Ner'zhul ma lo sciamano rifiutò, incaricando invece Durotan ed il suo clan di catturare il leader nemico e condurlo a lui. Velen non oppose resistenza ma, dopo una breve prigionia, fu liberato dal nobile orco che non era ancora convinto della presunta malizia degli alieni e neppure si sentiva di consegnarlo a Ner'zhul. Ner'zhul non fu contento del tradimento del leader dei Frostwolf ma il dono che questo gli portò, due dei sette frammenti che un tempo formavano il cristallo Ata'mal requisiti a Velen, ne placarono l'ira. Il cristallo rosso venne battezzato Heart of Fury poteva donare energie e vigore a un comandante e alle sue truppe, rendendoli guerrieri formidabili. Il cristallo giallo venne chiamato Brillant Star ed aveva il potere di favorire la concentrazione, potenziando le arti magiche. Entrambi i frammenti furono usati con successo contro i loro vecchi padroni.
[Modificato da Elwhin 26/09/2014 00:25]
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