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17/04/2014 17:37



Capitolo Quattro: La Guerra degli Antichi



NB: Nel presente paragrafo viene citato il periodo storico conosciuto come "War of the Ancients" nella sua versione alterata, essendo la versione originale dei fatti perduta tra le pieghe del tempo in quanto riscritta dalle azioni di tre avventurieri provenienti dal futuro e finiti loro malgrado indietro nel tempo. Si noti che comunque questa versione della storia, benchè alterata, è a tutti gli effetti la versione ufficiale della War of the Ancients per chiunque tranne i tre viaggiatori e dall'Aspect of Time Nozdormu. Della versione originale dei fatti si sa ben poco, e quel poco che sappiamo deriva dalle testimonianze del drago rosso Korialstrasz, la cui memoria in seguito al viaggio nel tempo si rivelò incompleta e fallace, e del mago Rhonin, solo vagamente a conoscienza dei fatti originali. Apparentemente le differenze con la linea temporale originale sono principalmente tre: il demone Hakkar ucciso durante la War of the Ancients anzichè durante la Third War, la partecipazione di alcune razze non elfiche al conflitto, e l'aver messo in salvo alcune delle uova di drago blu assicurando un futuro al Blue Dragonflight.

La Storia riscritta
Nel futuro di Azeroth tre avventurieri vennero inviati ad indagare sulla scomparsa del drago Nozdormu e sull'apparizione di una misteriosa anomalia spazio-temporale, venendone inghiottiti e finendo 10.000 anni nel passato: essi erano l'orco Brox (eroe di molte guerre e membro di una battagliera razza aliena giunta attraverso un portale dimensionale su Azeroth dal pianeta natio Draenor), il drago rosso Korialstrasz (consorte del Dragon Aspect Alextrazsa e solito assumere le sembianze umanoidi del mago Krasus), ed il suo allievo e protetto Rhonin Redhair (un talentuoso umano già distintosi tra i maghi per l'aver compiuto con successo imprese considerate quasi impossibili).
In questo perido storico Krasus si sentì molto indebolito ed incapace di assumere le sue forme draconiche, al contrario di Rhonin che, data la vicinanza alla Well of Eternity all'epoca ancora intatta, sentiva i propri poteri magici più potenti che mai. I due maghi però furono presto scoperti e catturati dal capitano Varo'then e poi finirono sotto la custodia del semidio Cenarius, a cui non vollero rivelare la loro identità per timore di modificare gli eventi del passato. Approfittando di un'assenza del semidio, Krasus usò la telepatia per contattare il drago più vicino spiegandogli i rischi che il mondo stava correndo a causa della loro presenza in quel periodo storico e pregandolo di portarlo da Alextrazsa: il drago accettò di aiutare il suo simile ma non vide motivo di fare altrettanto con Rhonin, lasciandolo così al suo destino.
Anche l'orco Brox venne catturato dai night-elf ed imprigionato a Suramar in attesa di essere interrogato da Kur'talos Ravencrest, lord di Black Rook Hold: durante la sua prigionia l'orco fece la conoscienza di Tyrande e Malfurion, che si dimostrarono molto interessati allo straniero e alle sue parole, decidendo di adoperarsi per liberarlo e condurlo dal saggio Cenarius.

L'arrivo della Legione Infuocata
Nel frattempo, sebbene fossero riusciti a permettere l'arrivo di numerosi demoni minori, divenne evidente che le sole forze degli incantatori Highborne non bastavano a creare un portale abbastanza grande da permettere il passaggio di Sargeras e del resto della Legione Infuocata, così venne inviato in loro aiuto il demone Hakkar the Houndmaster che, appena apprese dei maghi fuggitivi, sguinzaiò sulle loro tracce i suoi segugi Felhound.
A Suramar Malfurion liberò Brox con l'aiuto di Tyrande e del fratello, ma la fuga fu presto scoperta e diversi gruppi di night-elf si lanciarono al loro inseguimento, ed anche Lord Ravencrest in persona decise di unirsi alla caccia costringendo altresì Illidan ad unirsi al gruppo.
I felhound di Hakkar raggiunsero Malfurion e Brox ma questi riuscirono a fuggire grazie al sopraggiungere degli inseguitori night-elf, i quali ingaggiarono battaglia con i segugi demoniaci: Illidan si distinse nel combattimento e salvò la vita a Ravencrest che lo volle così nominare suo incantatore personale, un incarico assai più prestigioso della carriera nei Moon Guard alla quale Illidan ambiva.
I felhound sopravvissuti riuscirono però comunque a ritrovare le tracce di Brox e Malfurion e li seguirono fin nella dimora segreta di Cenarius, dove il semidio creò per Brox una nuova arma per permettergli di difendersi. Rhonin cercò di astenersi dal combattere per paura di alterare il corso della storia ma quando uno dei felhound lo colse alle spalle cercò di salvarsi teletrasportandosi via: l'ncantesimo finì col coinvolgere anche i vicini Brox e Malfurion ed i tre si ritrovarono non distanti da Suramar, dove vennero catturati dalle guardie night-elf e condotti alla fortezza di Black Rook Hold.
Alextrazsa credette alle parole di Krasus ed ipotizzò che la sua debolezza, condivisa anche dal suo giovane consorte Korialstrasz, dipendesse dal fatto che le due versioni dello stesso essere, presente e futura, attingessero alla stessa forza vitale. Alextrazsa si diresse alla Chamber of the Aspects affinchè gli altri Aspect potessero ascoltare Krasus ma solo Ysera, Malygos e Neltharion risposero alla chiamata. Prima che il drago umanoide potesse parlare venne però tramortito da un incentesimo di Neltharion, che non voleva rischiare che il mago del futuro rivelasse agli altri draghi del suo imminente tradimento. Durante il suo breve sonno Krasus sognò di Nozdormu, che egli mostrò il volto di Malfurion: mettendosi alla sua ricerca Krasus e Korialstrasz volarono verso la capitale degli elfi, trovandola invasa dai demoni. Essendo Korialstrasz incapace di trasformarsi in un umanoide tanto quanto Krasus non poteva più assumere le sue sembianze draconiche, il mago lasciò indietro il drago e si mise alla ricerca dell'elfo indicatogli da Nozdormu ma venne catturato da Jarod Shadowsong.

La resistenza elfica
Nonostante l'aiuto del demone Hakkar il portale dimensionale non riusciva a raggiungere la potenza necessaria e così venne inviato su Azeroth uno dei demoni che Sargeras teneva in più alta considerazione: il pit-lord Mannoroth. Con l'aiuto di Mannoroth il mago Xavius riuscì a creare uno scudo magico che impediva l'accesso all'energia della Well of Eternity al resto della nazione elfica, potendo così usarene il pieno potere al solo scopo di alimentare il portale magico e portare la Burning Legion su Azeroth. Dal portale dimensionale si riversò un esercito di demoni che, col benestare della regina (che già sognava il momento della venuta di Sargeras e sognava di divenirne la consorte), si riversò fuori dalla capitale per sterminare chinque non fosse un Highborne e preparare il mondo alla venuta di Sargeras.
Frattanto a Black Rook Hold i prigionieri vennero interrogati da Ravencrest, ma com'era prevedibile gli elfi dubitarono delle loro parole rifiutando di credere che l'amata regina Azshara potesse tradirli. Ma proprio mentre la mente di Malfurion veniva sondata dagli incantatori Moon Guard lord Xavius ed i suoi aiutanti demoniaci riuscirono ad assicurarsi l'accesso esclusivo ai poteri della Well of Eternity, rendendo così del tutto impotenti gli incantatori elfici: gli unici a mantenere il controllo dei propri poteri magici furono Rhonin e Illidan.
Col pieno potere della Well of Eternity gli incantatori della regina riuscirono ad ingrandire il portale e a permettere l'accesso su Azeroth di una gran quantità di demoni: guidati dai Man'ari (i warlock Eredar) e dai Doomguard, intere legioni di Felguard, Wrathguard, Infernal e Felhound sciamarono fuori dal palazzo di Azshara mettendo a ferro e fuoco Suramar e gli altri insediamenti elfici ma risparmiando del tutto Zin'Azshari ed i suoi cittadini. Dopo lo stupore iniziale alla vista delle ributtanti creature demoniache, gli elfi di sangue Highborne proseguirono nelle proprie vite come nulla stesse succedendo, del tutto indifferenti al massacro dei fratelli night-elf in atto giusto al di fuori delle mura dei loro palazzi.
Lord Ravencrest organizzò la resistenza arruolando chiunque potesse essergli utile, inclusi i suoi ex-prigionieri, e sferrò inn contrattacco contro la Burning Legion. Nel frattempo Malfurionsi recò al tempio di Elune a Suramar per incontrare Tyrande e nella tranquillità del tempio trasferì il proprio spirito nell'Emerald Dream per cercare di annullare l'incantesimo che impediva ai maghi alleati l'accesso alla Well of Eternity: il druido riuscì a farsi strada fino alla sommità della torre dov'era il portale dimensionale ma gli occhi magici di Xavius riuscirono a percepirlo e l'incantatore lo imprigionò in un cristallo magico.
Nei giorni seguenti l'esercitò di Ravencrest si oppose come potè alla Burning Legion, ma i successi dei night-elf furono effimeri. Illidan divenne l'apprendista di Rhonin e i due si dimostrarono elementi chiave dell'esercito. Quando il leader dei maghi elfici venne abbattuto dai nemici, Illidan venne nominato comandante dei Moon Guard.
Tyrande ottenne che Krasus venisse liberato e lo portò al corpo inanimato di Malfurion: usando come tramite il profondo legame tra i due elfi Krasus e Korialstrasz riuscirono a contattare il druido e ad aiutarlo a liberarsi. Malfurion cercò di annullare lo scudo magico ma venne nuovamente scoperto da Xavius: i due si batterono e Malfurion, grazie alla forza prestatagli dai suoi amici, riuscì a contrastarlo nonostante il nemico possedesse il supporto di Sargeras. Invocando il potere della natura Malfurion scatenò sulla torre una tempesta di fulmini che uccise Xavius e distrusse la torre, annullando tanto il portale magico quanto lo scudo.
Nuovamente collegati alle energie del pozzo magico i night-elf di Ravencrest si scoprirono rinvigoriti e, con la magia nuovamente a propria disposizione, per la prima volta dall'inizio del conflitto si ritrovarono in vantaggio costringendo i demoni alla ritirata.

La guerra contro i demoni
Nei mesi seguenti la Burning Legion ridusse in cenere gran parte del Kalimdor ma, nonostante i night-elf si opponessero fermamente all'idea di chiedere l'aiuto delle altre razze, le truppe di Ravencrest riuscirono a mantenere il controllo di Suramar e dei territori a ovest di Zin'Azshari. Nonostante quanto accaduto, però, il grosso dei night-elf era tutt'ora sicuro dell'innocenza dell'amata regina Azshara ed attribuiva tutte le colpe dell'accaduto al suo consigliere Xavius e agli altri Highborne.
Le vittorie degli elfi furono in gran parte merito del drago rosso Korialstrasz, dei tre viaggiatori nel tempo (che ormai avevano del tutto rinunciato all'astenersi dall'interferire con la linea temporale originale) e dei due fratelli Stormrage (così importanti da essere costantemente scortati da Jarod Shadowsong). Grazie agli insegnamenti di Rhonin il potere di Illidan crebbe di pari passo alla sua sete di sangue: il night-elf amava uccidere i demoni con gli incantesimi più crudeli e cruenti, spesso amplificandone la potenza risucchiando la magia dai Moon Guard al suo comando.
Krasus e Korialstrasz riuscirono finalmente trovare il modo di separarsi senza sentirsi sopraffatti dall'indebolimento, scambiandosi una delle rispettive scaglie (contenenti parte del potere e dell'essenza del padrone).
Nel frattempo a Zin'Azshari il capitano Varo'then divenne il principale consigliere di Azshara e Mannoroth riuscì a riaprire il portale dimensionale, permettendo l'arrivo su Azeroth di Archimonde e del redivivo Xavius: lo spirito dell'incantatore era stato lungamente e crudelmente tormentato dal Dark Titan per punirlo del suo fallimento, ma Sargeras aveva infine deciso di concedergli un'altra possibilità donandogli un nuovo corpo, quello d'un mostruoso Satyr. Lord Xavius si occupò di convertire alla causa della Burning Legion nuovi alleati, trasformandoli in esseri simili a lui: tra i primi nuovi satiri vi fu il potente Peroth'arn. Il calcolatore Archimonde si mise invece alla guida dell'esercito demoniaco e grazie alle strategie dell'eredar l'avanzata della Burning Legion riprese forza, spingendo l'esercito di Ravencrest a cedere terreno ed abbandonare Suramar indietreggiando fino alle pendici del monte Hyjal.
Grazie ai poteri magici di Krasus, Rhonin, Illidan e Malfurion l'esercito elfico riuscì però ben presto a ribaltare la situazione e a recuperare gran parte del terreno perduto. Illidan confessò a Tyrande il proprio amore ma la sacerdottessa lo rifiutò: l'elfo comprese che ella era già innamorata di suo fratello Malfurion. La realizzazione fece impazzire l'elfo di gelosia al punto che, incoraggiato dai poteri telepatici del satiro Xavius, cominciò ben presto a meditare il fraticidio.
Nelle rovine di Suramar gli elfi dovettero anche affrontare una nuova minaccia: i primi non-morti creati dai subdoli demoni vampiri Nathrezim, ottenuti usando un prototipo della pestilenza magica che nel futuro avrebbe creato la Scourge.

L'Essenza dei Draghi
Dopo una lunga preparazione il Dragon Aspect Neltharion, reso folle delle manipolazioni degli Old God, mise in azione il suo piano: con l'aiuto dei suoi servitori Goblin egli forgiò un disco dorato che battezzò Dragon Soul e vi riversò tanto l'essenza dei demoni catturati che il potere dei suoi maestri Old Gods. Sostenendo di volerne fare una potentissima arma da usare contro i demoni invasori, Neltharion chiese a tutti i draghi di donare all'artefatto parte del proprio potere: non avendo motivo di dubitare delle sue intenzioni i draghi accettarono ed ognuno riversò nel disco dorato parte della propria essenza (incluso il disperso Nozdormu, la cui consorte Saridormi portò una parte della sabbia magica che costituiva l'essenza dell'Aspect disperso).
Nel frattempo Krasus cercò di contattare gli altri draghi per chiedergli aiuto, ma non riuscendovi decise di recarsi da loro di persona. Quando con Malfurion si inoltrò nei boschi per domandare a Cenarius se potesse procurgli degli Hippogryph, essi vennero attaccati da Hakkar: il potente demone venne ucciso grazie all'intervento di Tyrande, rappresentando un grande cambiamento della linea temporale in quanto egli avrebbe dovuto partecipare alla Third War. Procuratisi gli ippogrifi i due viaggiarono fino alle dimore dei draghi ma non riuscirono ad accedervi a causa di uno scudo magico eretto per proteggersi durante la creazione della Dragon Soul. Malfurion vi si introdusse (col benestare di Ysera) attraversando l'Emerald Dream e percepì la malvagità nella Dragon Soul: prima che potesse avvertire i draghi Neltharion lo attaccò come aveva fatto con Krasus ed in qualche modo lo inseguì nell'Emerald Dream, costringendolo a rientrare nel proprio corpo. I due, assaliti da un Worm al servizio del drago nero, furono infine costretti a fuggire creando un portale improvvisato che condusse alla dimora della semidea Aviana presso il colossale albero G'Hanir, situato al di fuori del Piano Materiale ed avente funzione di aldilà delle creature alate. Grazie ad Aviana i due tornarono sul terreno ma appena toccato il suolo Krasus svenne: Korialstrasz, partito alla sua ricerca su richiesta di Alextrazsa, era stato ferito a morte dai draghi neri. Malfurion riuscì incredibilmente a curare il drago a distanza concentrandosi sulla scaglia di Korialstrasz che Krasus portava in petto e, riunitisi, i tre volarono assieme verso il conflitto.
Tyrande prese sotto la sua ala protettrice la giovane orfana Shandris Feathermoon ed assunse la guida della Sisterhood of Elune alla morte della precedente alta sacerdotessa.

Il tradimento di Neltharion
Nel frattempo i due schieramenti avevano raggiunto un punto di impasse: a sbloccare la situazione fu Rhonin che, con l'aiuto di Illidan, usò le energie della Well of Eternity per scatenare sull'esercito nemico un incantesimo creato durante la Third War dai saggi di Dalaran in grado di ridurre in cenere i demoni colpiti. Grazie a ciò l'esercito di Ravencrest riuscì a farsi facilmente strada fin quasi a Zin'Azshari, senza realizzare di star facendo in realtà il gioco di Archimonde: da dietro le colline che precedevano la capitale elfica eruppe un incalcolabile numero di demoni, richiamati da ogni angolo del Kalimdor per quella battaglia decisiva. Ma proprio quando sembrò esser tramontata ogni speranza di vittoria, arrivarono i draghi: Neltharion scatenò sui demoni il tremendo potere della Dragon Soul, eliminando in un sol colpo gran parte dell'esercito della Burning Legion e mettendo in fuga i sopravvissuti. Esultanti per la facile ed immediata vittoria gli altri Aspect gli chiesero di distruggere l'artefatto in modo da restituir loro il potere che vi avevano riversato, ma Nelthrion si rifiutò ed esercitò su di loro i poteri nascosti della Dragon Soul, che da questo momento verrà ribattezzata Demon Soul, prendendo il controllo dei loro corpi e paralizzandoli in aria. Messa da parte ogni pretesa di segretezza il drago nero scatenò il potere della Demon Soul contro l'esercito elfico, proclamandosi signore del mondo e preannunciando un futuro di ordine e purezza sotto il dominio assoluto del Black Dragonflight. Korialstrasz, appena arrivato sul luogo dello scontro, si scagliò contro il drago nemico e riuscì a distrarlo abbastanza da fargli perdere la concentrazione: nuovamente liberi di muoversi i draghi blu attaccarono Neltharion con l'intento di distruggere la Demon Soul. Il folle Aspect scatenò contro gli altri draghi tutto il potere di cui disponeva: Malygos riuscì a proteggere sè stesso ma suo il Blue Dragonflight venne decimato dall'attacco, mentre poderosi venti spazzarono i cieli scagliando gli altri draghi ai confini del mondo. Ma più scatenava le tremende energie del disco dorato e più queste straziavano il corpo del drago sciogliendone le carni: per non finire letteralmente a brandelli Neltharion dovette momentaneamente ritirarsi.
Nonostante il duro colpo appena inflitto alla Burning Legion dalla Demon Soul, il comandante Archimonde spinse nuovamente i suoi soldati alla carica. Tyrande raggiunse Krasus e Malfurion ma i tre finirono loro malgrado coinvolti nella battaglia e l'elfa venne ferita gravemente: Malfurion la portò lontano dai combattimenti solo per finire tra le grinfie di Xavius e dei suoi satiri.
Illidan diede libero sfogo ai suoi poteri attingendo senza ritegno tanto alle energie della Well of Eternity quanto a quelle dei Moon Guard, incurante dei soldati alleati che venivano coinvolti nella distruzione da lui scatenata o degli incantatori cui prosciugava le energie riducendoli quasi in punto di morte. Comprendendo che l'elfo era ormai pericolosamente fuori controllo Lord Ravencrest comandò che Illidan lasciasse il comando dei Moon Guard a Rhonin e si mettesse alla ricerca del disperso fratello Malfurion. L'elfo obbedì, ma si sentì profondamente tradito dalle persone che più aveva ammirato: il suo comandante ed il suo maestro. Di lì a poco Lord Ravencrest venne assassinato da un night-elf fedele alla regina, ed il comando passò quindi all'incompetente nobile Desdel Stareye. Illidan riuscì a trovare il fratello e Tyrande ma, invece che aiutarli contro Xavius, gli voltò loro le spalle abbandonandoli al loro destino: il volubile elfo si diresse invece verso Zin'Azshari per unirsi alle forze della regina Azshara e di Sargeras. In soccorso di Malfurion e Tyrande giunse però la piccola Shandris che, armata di arco e frecce, attaccò i satiri permettendo a Malfurion di liberarsi e contrattaccare: Malfurion traformò Xavius in una quercia ridando vita al legno d'una freccia che il satiro aveva in corpo ed invitandolo a crescere. Putroppo gli altri satiri riuscirono a trascinare Tyrande attraverso un portale dimensionale per Zin'Azshari: la disperazione del druido per la perdita della compagna fu così assoluta che una tempesta di dimensioni colossali si scatenò sul campo di battaglia annegnado elfi e demoni e costringendo entrambi gli eserciti alla ritirata, ma grazie all'intervento di Krasus il druido riuscì a prenderne il controllo scatenando la furia degli elementi solo sulla Burning Legion in fuga.

Alla ricerca dell'Essenza dei Demoni
Krasus si recò a Coldarra per mettere in salvo quelle uova di drago blu che, nella linea temporale originale, non si erano potute schiudere essendo state abbandonate a sè stesse dopo la quasi estinzione del Blue Dragonflight, ma putroppo arrivò tardi e potè salvarne solo una piccola parte.
Nonostante gli fosse stato proibito, Krasus e Rhonin chiesero aiuto alle altre razze e condussero al cospetto di Stareye i loro rappresentanti: Huln Highmountain dei Tauren, Dungard Ironcutter degli Earthen, e Unng Ak dei Furbolg. Grazie a queste nuove forze, e alle capacità di Jarod Shadowsong più che di Stareye, l'esercito elfico riuscì nuovamente a tener testa alla Burning Legion. Ma anche così c'erano poche speranze di vincere il conflitto: Azeroth aveva bisogno dei dragi ma questi non sarebbero scesi in campo fintantochè Deathwing, come ormai veniva chiamato Neltharion, fosse rimasto in possesso della Demon Soul. Spostandosi attraverso i livelli più segreti (e incompleti) dell'Emerald Dream il druido Malfurion riuscì a trovare sua la tana segreta scoprendo la posizione della Demon Soul, che il drago aveva nascosto mentre attendeva che i goblin al suo servizio gli forgiassero un'armatura di Adamantium per tenere assieme il suo corpo dilaniato.
Sicuro che non gli fosse stata riconosciuta la giusta considerazione tra la propria gente e desideroso di possedere il potere della Demon Soul, Illidan Stormrage aveva deciso di dimostrare il propri valore tentando un'impresa impossibile: infiltrarsi tra le forze della Burning Legion e distruggernne i piani di conquista agendo dall'interno. Fingendo d'essere un traditore Illidan entrò a Zin-Azshari e dimostrò i propri grandi poteri aiutando i demoni a stabilizzare il portale magico, e si offrì di recuperare la Demon Soul per usarla per ingrandire il portale dimensionale tanto da permettere a Sargeras di giungere finalmente su Azeroth. Impressionato dalle capacità dell'elfo il Dark Titan volle premiarlo donandogli nuove capacità sottoponendolo ad una dolorosa mutazione: i suoi occhi vennero bruciati da fiamme verdi che gli donarono la capacità di percepire visivamente la magia, ed il suo corpo venne dotato di tatuaggi magici che gli avrebbero permesso di controllare la magia demoniaca. Accompagnato da Varo'then e da un gruppo di demoni, Illidan usò una scaglia di Deathwing perduta durante il combattimento con Korialstrasz per rintracciarne la tana.
Brox e Malfurion si fecero accompagnare da Korialstrasz e Krasus, che rimasero indietro in quanto il nemico sicuramente si aspettava un tentativo di recupero da parte dei draghi, presso la tana di Deathwing e, approfittando della sua distrazione durante l'applicazione delle placche metalliche al suo corpo, si introdussero nella caverna e rubarono la Demon Soul. Deathwing si accorse subito del furto ma, usando i poteri dell'artefatto, riuscirono a sfuggirgli. Mentre Krasus attirava l'attenzione del furente drago nero Malfurion e Brox cercarono di portare l'artefatto al sicuro ma vennero trovati ed attaccati da Illidan e Varo'then, che gli sottrassero la Demon Soul e li catturarono. I due riuscirono però a liberarsi e Korialstrasz si unì alla lotta, ma Varo'then usò contro di loro i poteri della Demon Soul ferendo gravemente il drago e costringendoli alla fuga. Essi si riunirono a Krasus e riuscirono a contattare Alextrazsa, che gli fornì un modo per tornare alla battaglia e, informata dei fatti, promise loro che avrebbe convinto gli stormi a schierarsi contro la Burning Legion e gli Old Gods.

La grande battaglia per Azeroth
Illidan e Varo'then portarono la Demon Soul a Zin'Azshari e Sargeras ordinò che venisse aperto un nuovo portale vicino alla Well of Eternity, dal quale avrebbe manipolato personalmente la Demon Soul per ingrandirlo e giungere fisicamente su Azeroth. Mentre tutta l'attenzione era concentrata su tale operazione, tutti quegli Highborne che avevano finora taciuto i propri dubbi decisero di disertare per riunirsi ai night-elf: capeggiati da Dath'Remar liberarono Tyrande e lasciarono la città, ma vennero attaccati e Tyrande finì divisa dal gruppo. L'elfa fu soccorsa da Illidan e condotta presso la Well of Eternity, dove l'incantatore modificò il portale affinchè risucchiasse i demoni anzichè portarvi il resto della Burning Legion. Nè Sargeras nè Illidan sospettavano d'essere segretamenti aiutati dagli Old Gods, in attesa di appropriarsi del portale magico per fuggire dalle loro prigioni eteree.
Quando Krasus, Malfurion e Brox tornarono all'esercito elfico scoprirono che l'incompetente Stareye era morto e che il ben più capace Jarod Shadowson aveva preso il comando. Portate da Cenarius, all'esercito elfico si unirono numerose creature leggendarie: il cervo bianco Malorne, i gemelli orsi Ursoc ed Ursol, la testuggine Tortolla, il verro Agamaggan, Aviana, e molti altri. I semidei si fecero valere ma alla lunga sotto la furia della Burning Legion caddero l'uno dopo l'altro, morti o gravemente feriti, persino il mitico Malorne, accorso in aiuto del figlio Cenarius, venne eliminato da Archimonde in persona. Quando ogni speranza sembrava perduta dal cielo finalmente giunsero i draghi: mentre il grosso degli stormi combatteva al fianco dei night-elf, un piccolo gruppo (formato da Ysera, Alextrazsa, Soridormi ed i più potenti tra i draghi verdi, rossi e bronzei) accompagno Malfurion, Krasus, Brox e Rhonin alla Well of Eternity per impedire l'avvento di Sargeras, ma vennero ostacolati da Varo'then e le sue guardie. Mentre essi combattevano Deathwing si unì alla festa e, disobbedendo agli ordini dei suoi padroni Old Gods, cercò di riprendersi la sua Demon Soul: sull'oggetto erano però concentrati le volontà ed i poteri del Dark Titan Sargeras e degli Old Gods e ne venne inizialmente respinto, ma con grande sforzo riuscì infine ad afferrare l'oggetto: il potere concentrato su di esso fu però troppo persino per lui e ne venne scaraventato via. A bordo di Ysera Malfurion riuscì ad uccidere Varo'then appena in tempo per afferrare l'artefatto prima che finisse inghiottito nella Well of Eternity.
Sebbene incompleto, il portale dimensionale era ormai abbastanza grande e stabile: mentre Mannoroth richiamava in aiuto del suo signore tutti i demoni volanti Sargeras cercò di forzare il passaggio. Brox si lanciò attraverso il portale magico per distrarre il Dark Titan e guadagnare un pò di tempo a costo della vita. Malfurion ed Illidan misero da parte le proprie divergenze e, per il bene di Azeroth unirono i propri sforzi: riversando nella Demon Soul tanto i poteri della Well of Eternity quanto della natura di tutto il pianeta, invertirono l'incantesimo ed ogni demone presente su Azeroth venne risucchiato attraverso il portale e scaraventato dall'abisso dal quale era fuoriuscito. Incapace di ammettere la propria sconfitta, Sargeras continuò a forzare il proprio passaggio verso Azeroth ma, rallentato dagli attacchi dei difensori concentrati su di una minuscola ferita procuratagli da Brox, non fece in tempo: il portale dimensionale collassò proprio mentre il demone vi emergeva, ed entrambi cessarono di esistere.
Malfurion e Ysera raccolsero Tyrande e Illidan, che si era segretamente attardato per raccogliere delle fiale di acqua dalla Well of Eternity, e seguirono gli altri nella loro fuga: consapevole di quel che sarebbe successo di lì a poco Rhonin raggiunse l'esercito elfico e disse a Jarod di farlo ritirare sul Mount Hyjal. Azshara si rifiutò invece di credere che Sargeras non sarebbe più giunto su Azeroth e, circondata dalle sue ancelle tra cui la fedele Lady Vashj, rimase cocciutamente ad attenderlo al palazzo di Zin'Azshari. Con il piano degli Old Gods ormai definitivamente sventato, Nozdormu potè sanare le linee temporali e tornare sul Piano Materiale per riunirsi alle sorelle.
[Modificato da Elwhin 22/09/2014 23:16]
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